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Il volume pone al centro della propria analisi il significato della scoperta scientifica come un vero e proprio manufatto intellettuale, frutto della creatività (e degli errori) del singolo ricercatore, ma anche risultato complesso di dinamiche sociali in cui si intrecciano contrasti tra le personalità dei singoli, conflitti tra gruppi di ricerca e scontri nazionalistici. In questo viaggio nel passato il lettore riconosce, nei personaggi che animano la scena, diverse figure archetipe: quella del ricercatore brillante che non vede riconosciute adeguatamente le proprie scoperte, quella del disonesto che cerca di fare il furbo e quella dell'allievo che supera i propri mentori. Il volume contribuisce, inoltre, a rompere quella specie di incantesimo che pare avvolgere molti libri di chimica per cui le leggi fondamentali e il chimismo degli elementi sembrano discendere - quali entità perfette - da una sostanza cognitiva eterna e universale.